La
Sociologia, come è noto, è quella disciplina che studia, il comportamento
delle persone - non in quanto singoli individui - ma in quanto appartenenti
a un ben preciso gruppo sociale.
Un
gruppo sociale è un insieme di persone riunito da una caratteristica
comune oppure da un comune interesse.
La
Sociologia delle Comunicazioni è quella branca della sociologia che
analizza e studia i processi di comunicazioni con particolare riguardo a
quelle cosiddette di massa (1)
(mass
communication).
Le
Relazioni Pubbliche rientrano a pieno titolo nella Sociologia delle
Comunicazioni in quanto si attivano, come si vedrà in seguito, attraverso
processi di comunicazione tra le Istituzioni, pubbliche o private, e un
gruppo sociale.
La
locuzione relazioni pubbliche, traduzione dall'inglese di "public
relations", non ha un significato preciso e soprattutto univoco. Se
sfogliamo i manuali di Relazioni Pubbliche troviamo la bellezza di 900
definizioni (escludendo quelle umoristiche e quelle semplicistiche) diverse
tra loro anche se relativamente simili. Questo c'induce facilmente a
sospettare che la risposta alla nostra domanda sia piuttosto
difficile.
Se
sfogliamo un comune dizionario della lingua italiana troviamo alla parola
Relazione la seguente definizione: una serie di rapporti umani uniti da una
sistematica continuità.
L'aggettivo
pubbliche ci assicura che la serie di rapporti debbono avvenire con il
pubblico in generale o con pubblici (cioè gruppi) particolari.
Dove
nasce allora la confusione e la difficoltà di definizione? Vi sono infatti
attività ed esperienze di relazioni pubbliche che non sono state
identificate, specie in Europa, con tale etichetta; si aggiunga che nella
storia dell'esperienza americana sono indicate come "public
relations" anche attività che non sono tali; inoltre, sia nel passato
sia ai giorni nostri, sono impiegati gli stessi strumenti delle relazioni
pubbliche sia dalla propaganda sia dalla pubblicità che, come vedremo,
sono attività diverse dalle relazioni pubbliche.
A
questo punto può venire addirittura il dubbio che le Relazioni Pubbliche
siano solo qualcosa di evanescente, destinato a sparire, oggi lo
definiremmo un fatto virtuale, in altre parole un fantasma, piuttosto che
un fenomeno reale; e la domanda che viene in mente non è quale funzione
hanno le Relazioni Pubbliche (d'ora in poi le indicheremo solo con la sigla
R. P.) ma se esse hanno realmente una funzione, cioè se esistono veramente
come fenomeno storico e non come un mero accidente di cronaca.
Se
poi prendiamo l'opinione dell'uomo della strada ci accorgiamo che le R. P.
o sono del tutto sconosciute oppure sono intese, da una gran parte di
persone, come un'attività non molto importante, addirittura poco seria,
divertente e quindi piacevole, assolutamente non impegnativa e perciò
riposante; ne consegue una sorta di disprezzo per coloro che si occupano di
tale attività unitamente a una mescolanza di invidia e allo stesso tempo
di ammirazione.
Ma
anche all'interno delle stesse aziende o Istituzioni pubbliche l'opinione
non è più confortante: ed è usuale considerare gli addetti alle R. P.
"quelli che non ci sono mai e che possono tranquillamente non esserci,
tanto nessuno se ne accorge".
E
le battute ironiche non mancano: alla sigla R. P. si dà il significato di
Ricevimenti e Pranzi; ed è frequente la proposizione che per fare
relazioni pubbliche sono sufficienti un conte più una bella ragazza.
A
queste osservazioni si può facilmente rispondere:
-è
vero che negli uffici di relazioni pubbliche la proporzione dei nobiluomini
era, negli anni passati, maggiore che nelle altre attività ed è
altrettanto vero che tra i compiti di un ufficio di R. P, vi è anche
quello di organizzare pranzi e ricevimenti, tuttavia gli organici degli
uffici di R. P. sono assai maggiori di un conte più una bella ragazza, ed
i budget assegnati alle R. P. sono molto più ingenti di quanto si possa
ragionevolmente pensare di spendere per pranzi e ricevimenti; e allora o
gli uomini di R. P. sono (come nell'opinione dell'uomo della strada)
"dei furbi", vendono fumo e l'Istituzione, soprattutto quella
privata, ha tanti soldi da buttare via (2)
, oppure
dobbiamo pensare che la funzione delle R. P. è un'altra.
(1)
Questa
terminologia non ha incontrato consensi unanimi e, per esempio, in ambiente
cattolico è stato adottato il termine Comunicazioni Sociali.
(2)
Questa
tesi sembra avallata dal fatto che, in regime di riduzione di spese,
l'impresa privata pensa per prima cosa a tagliare il budget R. P. |